I superfoods
Tante volte abbiamo sentito parlare di cibi o bevande "miracolosi" che sembravano poter rivoluzionare la nostra vita: effetto dimagrante, drenante, antiossidante, elisir di lunga vita, riduzione del colesterolo. E magari qualche volta non abbiamo resistito a comprarli e provarli, spinti dalla curiosità e dal potere eccezionale della pubblicità.
Questo trend trova la sua massima estensione negli Stati Uniti, dove la moda dei "Superfoods" (super cibi, per l'appunto) sta spopolando. Alimenti dalle presunte proprietà miracolose sembrano poter porre rimedio a chili di troppo e a problemi di salute, e di poter sostituire quello che invece non andrebbe mai sostituito, una dieta varia ed equilibrata combinata ad attività fisica costante. Le celebrities lo sanno bene: basando il loro lavoro principalmente sull'immagine, spesso si rivelano promotori e pionieri nell'utilizzo dei Superfoods. I più famosi ad oggi?
Acqua di cocco. E' un'ottima bevanda idratante, ma in Italia ancora non è molto diffusa. Contiene potassio, magnesio, calcio, sodio e fosforo, e in media una confezione da 330 ml contiene 50-80 calorie. A basso contenuto di grassi e colesterolo, rappresenta una buona fonte di vitamina C e vitamine del gruppo B.
L'acqua di cocco è è indicata come un sostituto delle bevande energetiche e artificiali per per bilanciare gli elettroliti persi con la sudorazione durante l'attività fisica. Lo zucchero non è raffinato, e non contiene caffeina, additivi o conservanti. La FAO ha pubblicato una tabella di comparazione fra l'acqua di cocco e le bevande energizzanti (qui potete visualizzarla). Come è evidente, per un quantitativo di carboidrati (zuccheri) inferiore si assumono più sali minerali ma meno sodio.
Tutto ciò però non rappresenta assolutamente una valida sostituzione all'idratante per eccellenza, l'acqua. Priva di calorie, naturale. D'altronde ne siamo composti di circa il 70%!
Mandorle attivate. Lo chef australiano Pete Evans ha dichiarato più volte di consumare giornalmente modeste quantità di mandorle attivate, decantandone le proprietà. L'attivazione è un processo che consiste nell'immergere i semi i in acqua per circa 12-24 ore per poi farli essiccare lentamente. Con questo metodo si avvia il processo di germinazione, che provoca cambiamenti nel seme: si cominciano a demolire alcune proteine, amidi ed olii per produrre forme di energia utili per il giovane germoglio. Ma anche la composizione chimica del seme cambia: in particolare, l'acido fitico si riduce. L'acido fitico (o acido inositol-esafosforico) è la principale forma di deposito di fosforo in molti tessuti vegetali ma non è digeribile per gli umani, inoltre rende inassorbibili alcuni importanti microelementi come zinco e ferro, e in misura minore anche macroelementi come calcio e magnesio.
Numerosi studi riguardo cereali e legumi dimostrano come l'ammollo e/o la germinazione diminuiscano la quantità di acido fitico nel seme, ma ancora non esistono prove scientifiche solide per dimostrare che ciò accada anche in mandorle o altri frutti a guscio.
Ciò che sappiamo per certo è che mandorle e noci - attivate o meno - hanno importanti effetti sulla salute: una manciata al giorno può aiutare a proteggersi contro il colesterolo alto, le malattie cardiache e il diabete, così come aiutare a gestire il peso e l'appetito. Last but not least, 500 gr di mandorle attivate costano quasi 20 dollari. Chi è davvero disposto a farle in casa?
Bacche di Goji. Ultimamente se ne è parlato tanto, forse troppo. Probabilmente il Superfood più famoso del 2013, le bacche di Goji provengono da un arbusto spontaneo, il Lycium barbarum, che appartiene alla famiglia delle Solanaceae (pomodori, melanzane, patate). Originarie del Tibet, le sono state attribuite mille proprietà, fra cui spiccano quelle dimagranti ed antiossidanti. Sono una buona fonte di vitamina C, vitamine E ed A, fitonutrienti protettivi e minerali come calcio, ferro, potassio, magnesio, zinco. Contengono un quantitativo modesto di sodio (circa 20 volte superiore a quello di frutti di bosco ed uva!).
Non danno senso di sazietà, per cui il rischio è quello di esagerare con le quantità (esattamente come succede con mandorle e noci) e di ottenere gli effetti contrari a quelli desiderati. Proprio riguardo a quest'ultimo punto, è assolutamente necessario consultarsi con il proprio medico curante nel caso in cui il consumatore di bacche di Gojisia in terapia per il diabete, per l’ipertensione, o con farmaci anticoagulanti come ad esempio il Warfarin (Coumadin®). Sono inoltre identificate come possibili allergeni in soggetti già predisposti. Però però pero: non contengono nulla che non sia già presente nelle stesse quantità nella normale frutta da tavola, come gli agrumi, le more, i lamponi, i frutti di bosco in genere, l'uva.
Anche per loro, il costo è decisamente sproporzionato. E' decisamente meglio continuare a riempire la propria tavola con la frutta che mangiamo da sempre. Parola di portafoglio salvato!
Bibliografia
- Jean WH et al. (2009): The Chemical Composition and Biological Properties of Coconut (Cocos nucifera L.) Water. Molecules, 14:5144-5164.
- Azeke AA et al. (2011): Effect of germination on the phytase activity, phytate and total phosphorus contents of rice (Oryza sativa), maize (Zea mays), millet (Panicum miliaceum) sorghum (Sorghum bicolour) and wheat (Triticum aestivum). J Food Sci Tech, 48(6):724-729.
- Seeram NP (2008): Berry fruits: compositional elements, biochemical activities, and the impact of their intake on human health, performance, and disease. J Agric Food Chem., 56(3):627-9.
- Lam AY, et al. (2001): Possible interaction between warfarin and Lycium barbarum L. Ann Pharmacother, 35(10):1199-201.